Corso di topografia, prime nozioni basilari

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Fiume_silente
view post Posted on 8/7/2009, 14:32




Inizieremo un corso di topografia di base comprendente 26 lezioni, al solo fine della conoscienza tecnica e per gli appassionti d'avventura, uno strumento utilissimo per l'orientamento.
fonte: sanvito1.org/tecniche/topo/topointro.php

L'arte di perdersi...



Questo corso che ti proponiamo è il frutto dell'esperienza di un capo scout, che vuol far vivere l'avventura con competenza ai suoi ragazzi.
Vuol essere un corso che ti dia le basi per saperti districare nelle situazioni difficili e per vivere con tranquillità le tue uscite di squadriglia, gli hike, o le tue escursioni con gli amici.
Ricordati che non basta conoscere un libro a memoria per essere una persona competente, prima di diventarlo dovrai fare molta pratica sul campo, partendo da un luogo conosciuto come il tuo paese, fino ad arrivare in un bosco di montagna che no conosci.
Il corso sarà diviso in varie lezioni, dalla cartografia alle tecniche, agli strumenti indispensabili, agli esercizi sul campo. Se hai delle difficoltà o dei dubbi puoi contattarmi.
Queste lezioni sono il frutto di 20 anni di scautismo e del corso alla scuola militare alpina di Aosta.
Sapersi orientare vuol dire:

•muoversi con sicurezza su di un terreno poco noto o del tutto nuovo
•conoscere in ogni istante la propria posizione
•essere in grado di individuare il percorso migliore per raggiungere una meta prestabilita.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario:
•saper leggere una carta topografica
•conoscere l’ uso della bussola
•acquisire esperienza sul campo

Questo pagine vogliono dare solo i primi e fondamentali elementi dell’ orientamento. Chi volesse approfondire la materia, potrà consultare dei manuali specifici.
Chi inizia, si lascia subito prendere dal fascino degli strumenti (altimetro e bussola), quasi fossero una sorta di “bacchetta magica” per risolvere ogni situazione. La verità è che, pur se certamente utili e preziosi in molte circostanze, alla base delle capacità di orientamento resta
pur sempre la lettura della carta.
Lo dimostra il fatto che è possibile muoversi con naturalezza in un luogo sconosciuto col solo aiuto di una mappa mentre senza di essa, bussole ed altimetri servirebbero a poco.

bussola




Prima Lezione



L’orientamento

L’orientamento o la topografia cosa servono a noi scout?
Ci servono a sapere dove siamo in ogni momento e che direzione prendere per raggiungere la nostra meta.
Certo così detto sembra facile poi nella realtà è molto più difficile capire dove ci troviamo.
Per iniziare diciamo che la posizione di un oggetto nello spazio è sempre relativa ad un punto di riferimento.
Come tutti sappiamo il punto approssimativo in cui sorge il sole è l’EST indicato con E, mentre quello in cui tramonta si chiama OVEST indicato con W. Se uniamo questi due punti con una linea e traccia una linea perpendicolare a questa avremo la linea che congiunge il Nord, indicato con N, e il Sud indicato con S.
Questi quattro punti sono chiamati punti cardinali perché fanno da cardine all’orientamento.
La linea che congiunge il Nord geografico con il Sud geografico viene chiamato Asse Terrestre attorno a cui ruota la terra, i suoi punti estremi sono detti POLI.
Le semicirconferenze che uniscono i due poli e che tagliano perpendicolarmente l’equatore si chiamano Meridiani, si è definito come fondamentale quello di Greenwich.
L’equatore invece divide la terra in due emisferi, quello Boreale e quello Australe, i cerchi paralleli all’equatore si chiamano appunti Paralleli, e sono di lunghezza decrescente man mano che si avvicinano ad uno dei due poli.
Infine la maglia che si crea fra meridiani e paralleli viene chiamata Reticolo Geografico, queste sono molto importanti perché ci permettono di definire la posizione assoluta in cui ci troviamo.
Ogni punto sulla Terra è un incrocio di un meridiano e di un parallelo e si può localizzare determinando la distanza angolare che lo separa dall’equatore e dal meridiano di Greenwich.



I due angoli che si formano si chiamano: Latitudine e Longitudine.

La Latitudine è la distanza angolare di un punto dall’equatore, può essere a Nord o a Sud di questo. La sua massima ampiezza è di 90°, lo 0° corrisponde all’equatore, 90° N al polo nord e 90° S al polo Sud.

La Longitudine è la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale, può essere ad Ovest o ad Est di questo. La sua massima ampiezza è di 180°. Lo 0° corrisponde al meridiano fondamentale.

Questi due angoli ti permettono di definire le Coordinate Geografiche.

MISURA DEGLI ANGOLI
Abbiamo parlato di angoli, allora vediamo come si misurano gli angoli.
Ci sono vari sistemi di misura, noi prenderemo in esame il sistema sessagesimale che è il più utilizzato,e che forse già conosci.
In questo sistema 1°, si legge un grado, è formato da 60’, si legge sessanta minuti, e a sua volta ogni minuto si divide in 60”, sessanta secondi.
Definizione: E' l'angolo al centro formato da un arco che è la 360 parte della circonferenza.

Esempi di calcolo matematico con i gradi:

125° 32' 33" + 125° 32' 33" –
111° 13' 42" = 111° 33' 45" =
236° 46' 15" 13° 58' 48"

Come puoi notare 33"+42"=75" ma abbiamo visto che 60" fanno un minuto perciò togliendo 60 a 75 avremo un minuto e quindici secondi 1' 15"
Per i minuti in gradi e i secondi in minuti, basta dividere il primo valore per 60, ad esempio 339" : 60= 5' 39"

Adesso prova ad esercitarti tu inventandoti un po' di numeri, e fondamentale che tu riesca a fare questi calcoli senza l'ausilio della calcolatrice, perché quando ti trovi in mezzo ad un bosco è difficile che tu abbia una calcolatrice in tasca, la tua calcolatrice sarà la tua testa.

Esiste anche il sistema millesimale la cui scala è il radiante, in cui il cerchio è diviso in 6400 parti. Questo sistema è usato da militari e topografi che hanno le bussole tarate in questo sistema e dei binocoli graduati per il calcolo della distanza tra due punti del paesaggio se è nota la distanza dall'osservatore. Magari ne parleremo in seguito per conoscenza.

Fonte: sanvito1.org

Edited by Fiume_silente - 27/4/2015, 22:38
 
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Fiume_silente
view post Posted on 20/7/2009, 22:11




Seconda Lezione



La cartografia



Bene. Fino ad ora abbiamo visto i concetti generali dell'orientamento. Adesso prendiamo in considerazione un tema specifico, ovvero come viene rappresentata la superficie terrestre su un foglio di carta piano, che non presenta rilievi ecc.

Per superare questo problema ci si avvale di vari sistemi, noi prenderemo in esame il sistema usato dall'IGM ovvero l'Istituto Geografico Militare che utilizza il sistema della rappresentazione Universale Trasversale di Mercatore U.T.M.

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Si tratta di una rappresentazione analitica e conforme, cioè la superficie terrestre viene proiettata su quella di un cilindro ad essa tangente in modo tale che gli angoli risultino inalterati.
Al fine di contenere al massimo le deformazioni, viene riprodotto di volta in volta uno spicchio limitato da due meridiani distanti 3° di longitudine a dx e a sx del meridiano di tangenza.
Questo spicchio che si forma si chiama FUSO.





Tutta la superficie terrestre è stata divisa in 60 fusi di 6° di longitudine numerati dall'1 al 60 a partire dall'antimeridiano di Greenwich.
La superficie terrestre viene poi suddivise in ulteriori 20 FASCE, 10 a Nord e 10 a Sud, con una ampiezza di 8° di latitudine. Si noti che si raggiunge un valore di latitudine di 80° in quanto le calotte polari vengono rappresentate mediante il sistema UPS Universale Polare Stereografico. Le fascie vengono contrassegnate con le lettere a partire dalla C fino alla X con esclusione della I e la O. In questo caso si parte dalla fascia del polo sud.

L'incrocio tra fusi e fasci crea così 1200 ZONE. Perciò ogni zona avrà una sua designazione ben precisa che corrisponde ad un numero e ad una lettera che esprimono il Fuso e il Fascio interessati ad esempio il Friuli Venezia Giulia ricade nella zona 33T.

Ma non è finita qui, qualcuno già non capirà più niente, ma non vi preoccupate, questa è pura teoria, ma da adesso è meglio capirci.

Come abbiamo visto con l'incrocio tra fusi e fasci si crea un reticolato che prende il nome di Reticolato Chilometrico, in quanto le misure delle coordinate da questo punto saranno espresse in chilometri e non più in gradi. Avremo perciò due assi cartesiani, l'equatore sarà l'asse delle ascisse o X e il meridiano centrale l'asse delle ordinate o Y. Per evitare di avere valori negativi di X viene assegnato al meridiano centrale il valore di 500 Km.

Ma torniamo alle zone. Queste vengono divise a loro volta in QUADRATI DI 100 Km di lato e vengono individuate da una coppia di lettere che rappresentano le colonne e le righe. Queste lettere le troviamo stampate al centro della cartina.





Carte topografiche d'Italia



I Quadrati di 100 km di lato sono stati suddivisi in 293 FOGLI che coprono l'intero territorio nazionale e sono rappresentati in scala 1:100.000, vengono designati con un numero d'ordine e dal nome dell'elemento più importante che vi è rappresentato.

Ogni foglio è a sua volta suddiviso in quattro QUADRANTI indicati col numero del Foglio di cui fanno parte e di un numero Romano. Questi hanno la scala di 1:50.000.

Ogni quadrante è a sua volta diviso in quattro TAVOLETTE con scala 1:25.000 per capirci sono le cartine che sicuramente abbiamo già visto.

Quindi la designazione della tavoletta che ci serve è la seguente: F. 146 III NO.

La cartografia - I tipi di carte

Le carte più diffuse, utilizzabili per l'orientamento, sono le tavolette dell'IGM (Istituto Geografico Militare) di cui abbiamo parlato prima, le ortofotocarte edite dalle Regioni e le carte della Federazione Italiana Sport Orientamento.

Tavolette IGM: sono carte in scala 1:25.000, vecchie come rilevamento e quindi non aggiornate. Sono in produzione le nuove carte al 50.000, molto belle ma poco adatte, data la scala, al movimento a piedi: abbracciando una zona molto vasta, non possono rappresentarne tutti i dettagli.
Ortofotocarte: sono in pratica delle foto aeree, corrette con particolari metodiche, che hanno sovraimpresse le curve di livello ed i toponimi. Sono in scala 1: 10.000 e sono
molto dettagliate. Essendo delle foto, richiedono un tipo di lettura diverso da quello delle normali cartine. Ciò che è al di sotto della vegetazione, ovviamente non vi appare.
Carte da orientamento della FISO: sono di gran lunga le più adatte perché costruite allo scopo. Sono molto dettagliate ed usano una simbologia internazionale. Se ne
trovano solo per un limitato numero di zone.





Fonte: sanvito1.org

Edited by Fiume_silente - 29/7/2009, 17:52
 
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Fiume_silente
view post Posted on 29/7/2009, 16:51




Terza lezione



La Tavoletta



Andiamo ora a scoprire tutto ciò che è riportato su una cartina topografica d'ITALIA.

Partiamo dal bordo superiore a destra. Qui troviamo l'indicazione della cartina che stiamo usando ovvero il numero del foglio, il quadrante e la tavoletta indicata dall'orientamento. Ecco un esempio:



Sul bordo superiore al centro troviamo l'indicazione della località più importante che da il nome alla cartina, questo se la cartina è stata orientata correttamente deve essere orientato a Nord.
Sul bordo superiore a destra ritroviamo la designazione della cartina e sopra questo il rapportatore per l'orientamento della carta con la bussola. La retta che si crea tra P e lo 0° a parallela al meridiano geografico.



Nel bordo di destra troviamo l'esempio della designazione di un punto, ovvero come dare le coordinate del punto in cui ci troviamo. Sotto a questo troviamo i valori della declinazione magnetica al centro della carta nell'anno in cui sono stati effettuati i rilievi topografici. In questo riquadro vengono riportati i valori delle differenze tra il Nord geografico e il Nord reticolo e magnetico. Per il momento non ti preoccupare di tutti questi nomi, avremo il tempo di conoscerli.





Sotto a questa troviamo il glossario con il significato delle abbreviazioni che troviamo sulla cartina.



Nel bordo inferiore della cartina troviamo molte informazioni, partiamo dal lato sinistro.

Troviamo due riquadri che mostrano la copertura fotografica e aerea del rilievo, ma a noi non interessano. Accanto a questi troviamo un terzo riquadro che rappresenta il quadro d'unione ovvero la designazione delle cartine circostanti a quella che abbiamo in mano, cioè se la nostra cartina non contiene il punto che dobbiamo raggiungere, possiamo sapere subito che cartina dobbiamo prendere.

Sotto troviamo i riferimenti al reticolato Gauss-Boaga accanto a questo troviamo i confini amministrativi ovvero i confini tra comuni, province, regioni, ecc.



Al centro troviamo la scala della cartina che ci servirà per il calcolo delle distanze, sotto a questa troviamo la scala grafica.



Tutto lo spazio che rimane, il più corposo, raggruppa tutti i segni convenzionali, ovvero la rappresentazione grafica dei simboli che trovi sulla cartina, strade, ponti, case, fiumi, ecc, ricorda però che questi non sono rappresentati in scala. Sono molto importanti e dovresti almeno imparare i più usati.

Qui trovi molte notizie, ma per comprenderle ti consiglio di procurarti una cartina dell'IGM, magari quella del tuo paese, così poi potrai usarla nel campo.

Fonte: sanvito1.org
 
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Fiume_silente
view post Posted on 31/7/2009, 19:15




Quarta Lezione



Segni convenzionali e grafica

La superficie della carta topografica è racchiusa in una squadratura e cornice, in cui sono rappresentati i dati necessari al riconoscimento dell'ambiente. I segni vengono utilizzati quando non è possibile rappresentare nella carta particolari troppo piccoli, per questo si adottano dei simboli di dimensioni determinate che rappresentino punti caratteristici, o in generale i segni di viabilità, di vegetazione, idrografici, orografici: curve di livello, punti quotati, e i centri abitati o singole costruzioni. Bisogna ricordare però, che se da un lato non sono rappresentate in scala le dimensioni dei vari simboli, la loro posizione invece è perfettamente rispettata.

Le cartine inoltre hanno anche una loro colorazione che ci aiuta a capire dove ci troviamo, abbiamo infatti il colore azzurro per le acque, il marrone per le caratteristiche altimetriche, il verde per la vegetazione, il rosso per le strade e il nero per le scritte e la simbologia.

Le zone alberate si contraddistinguono da circoletti con al centro la specie vegetale, un bosco fitto si riconosce da tanti cerchietti vicini.
Ma veniamo a ciò che a noi più interessa; i sentieri.
Bisogna fare molta attenzione a non confonderli con i confini, ma vediamo come sono disegnati.
I sentieri facili sono rappresentati da trattini - - - - - - - -I sentieri difficili con una serie di puntini .....
Le mulattiere da tratti e punti _._._._._._._
Su altri tipi di cartine questi sono di color rosso e riportano un numero che rappresenta il segnavia.
Altre caratteristiche per noi importanti sono le sorgenti contraddistinte da una goccia di color azzurro.


Simbologia delle nuove carte IGM



Solo alcuni esempi perchè ogni cartina ha i suoi, è indispensabile quindi avere delle cartine complete con tutte le indicazioni e non fotocopie o parti.

Fonte: sanvito1.org


 
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Fiume_silente
view post Posted on 2/8/2009, 00:46




Quinta Lezione



La Planimetria - Le distanze

Adesso che conosciamo la grafia della carta, possiamo iniziare a conoscere le distanze e i dislivelli. Certamente su un foglio di carta, che è piano, possiamo sapere quanto è alto un punto.

Per il momento facciamo finta che la terra sia piana.

Vediamo che le distanze sulla cartina sono riportate in scala chiameremo questa distanza grafica e la indicheremo con l. La scala ci indica quante volte è più grande nella realtà una distanza misurata sulla carta, ad esempio la nostra cartina 1:25.000 vuol dire che il nostro foglio nella realtà rappresenta uno spazio 25.000 volte più grande, per cui un millimetro sulla carta corrisponde a 2500 m sul terreno.

Perciò la distanza sul terreno che indicheremo con L si calcolerà in questo modo:

L=l x s dove s è la scala. L però è la distanza planimetrica ovvero la distanza reale proiettata su di un piano, guarda il disegno che segue.

D è la distanza reale in linea retta tra i punti A e B, il percorso però è in salita, quindi proiettato sul piano la distanza è più corta perchè non tiene conto del dislivello, perciò la distanza L proiettata sul piano sarà più corta, maggiore è la pendenza, maggiore è la differenza.


Le due coincidono solo quando siamo in piano.

Se ad esempio vogliamo conoscere la distanza grafica o planimetrica tra due punti sulla carta, prendiamo un righello e misuriamola. Ad esempio 8,3cm.
La distanza reale sarà L=83x25=2075m

Esercitatevi usando una cartina e scegliendo dei punti a caso.


Quella che abbiamo appena visto si chiama scala numerica, ma sulle carte è rappresentata anche la scala grafica.
A destra dello zero vengono riportate le unità grafiche, mentre su quello destro delle suddivisioni di questa.
Questa scala puo essere usata riportando le distanze con un compasso o con una striscia di carta in cui avrete riportato la distanza tra i due punti.



In questi esempi abbiamo sempre visto distanze in linea retta, che immagino ormai sappiate trovare con facilità.

Percorsi curvilinei
Ma generalmente i percorsi che ci troveremo a fare non sono mai rettilinei, immaginate ad esempio un sentiero.
Il procedimento è molto simile, bisogna suddividere il percorso in tanti tratti quasi rettilinei e poi bisogna sommare le distanze dei vari tratti.
Un altro sistema è quello di usare un filo, adagiandolo lungo tutto il percorso e poi tramite la scala o un righello si ottiene la lunghezza corrispondente.

Esiste anche un sistema meccanico per il calcolo delle distanze, il curvimetro. Una specie di penna con una rotellina sulla punta che viene fatta correre sul percorso e che ci da direttamente la misura.

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Fiume_silente
view post Posted on 4/8/2009, 14:20




Sesta Lezione



L'altimetria

Un punto sulla terreno è rappresentato compiutamente sulla carta quando se ne conoscono la posizione planimetrica ed altimetrica.
Si definisce:
"Quota" di un punto è la sua distanza verticale dal livello medio del mare.
"Dislivello" è la differenza di quota tra due punti.

Per la planimetria usavamo le coordinate, per l'altimetria usiamo le quote.

I metodi per rappresentare i rilievi sulle carte sono vari:

lumeggiamento: tramite sfumature chiaro-scuro o con tratteggi si crea l'ombreggiatura che da la visione del rilievo.
tinte ipsometriche: ogni tinta corrisponde ad un intervallo di quota.
i punti quotati: accanto alla rappresentazione di particolari importanti del terreno si riporta la quota altimetrica. Particolari i Punti Trigonometrici, simboleggiati da un punto dentro un triangolino, questi sono particolarmente precisi e servono di riferimento per le altre misure, generalmente sono particolarmente visibili.
le curve di livello: o isoipse sono i vari punti di un rilievo posti alla stessa altezza che vengono uniti da una linea che segue nelle sue curve la conformazione della montagna o dell'avvallamento.



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Fiume_silente
view post Posted on 11/8/2009, 18:02




Settima Lezione



Le curve di livello

Per chi vuole imparare ad orientarsi leggendo una carta topografica è indispensabile avere la padronanza delle curve di livello, dette anche isoipse.
Le curve di livello sono delle linee chiuse che rappresentano tutti punti che hanno la stessa quota di altezza e risultano tanto più tortuose quanto è più irregolare il rilievo. Quindi sezionando per esempio un terreno con alcuni dislivelli otteniamo delle curve di livello.


E' come prendere il profilo di una montagna sezionata in vari piani distanti tutti 25m, mettendo insieme tutti questi profili otteniamo le curve di livello della cartina come nell'immagine sotto.
La differenza di quota fra una curva di livello e un'altra in genere è di 25 m nelle carte topografiche dell'IGM con scala 1:25.000. La differenza di quota fra due curve di livello successive viene chiamata anche "Equidistanza", la sua misura è indicata sulle note della carta.
Le curve di livello prendono nome in base al tipo di segna grafico, quelle più scure e grosse si chiamano Direttrice e distano fra loro 100m sulla verticale. Tra di loro generalmente se ne trovano altre tre più chiare e fine dette Intermedia ogni 25m. In zone particolarmente ripide e rocciose possono essere usate le Ausiliarie che invece sono chiare e tratteggiate.
La distanza planimetrica tra due curve è detta "Intervallo".


Alcune caratteristiche delle curve di livello:

1. Pendio a debole pendenza: curve di livello distanti.
2. Pendio ripido: curve ravvicinate.
3. Rilievo: curve chiuse, l'una dentro l'altra.
4. Passo o sella: due insiemi di curve, racchiuse da una terza curva che si restringe fra di essi.
5. Promontorio, costone: le curve rivolgono la convessità verso le quote minori.
6. Avvallamento: le curve rivolgono la convessità verso le quote maggiori.


Impariamo a mettere insieme le cose
Abbiamo già detto che la simbologia rappresenta “l'alfabeto” della carta. Il riconoscimento dei singoli elementi topografici (le “lettere dell’ alfabeto” come un sentiero, un albero
isolato, una roccia) ci forniscono preziose informazioni. Se però riusciamo a cogliere anche i rapporti fra i diversi elementi, facendone una lettura integrata, saremo in grado di ricavare dalla mappa un'ulteriore notevole mole di informazioni ed avremo una visione così completa del terreno rappresentato tale da permetterci di muoverci su di esso con la stessa sicurezza di chi lo conosce palmo a palmo per averlo frequentato da anni.
Imparare a leggere le curve di livello ci aiuta a capire come è fatto il terreno, è più importante del saper usare la bussola.
Ecco qualche esempio significativo:

Esame di un sentiero in rapporto alle curve di livello:
· il sentiero corre parallelo alle curve: il tratto è pianeggiante;
· il sentiero taglia, attraversandole, le curve: il tratto è in salita (o discesa, dipende dai punti di vista...). Tanto più tende a tagliarle perpendicolarmente, tanto più il tratto è ripido.

Esame di una curva di livello in rapporto alle altre:
· Una curva forma un'ansa in avanti, con la convessità verso le quote inferiori: piccolo promontorio, naso sul pendio;
· l'ansa ha la convessità verso le quote superiori: piccolo avvallamento, rientranza sul pendio.


 
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Fiume_silente
view post Posted on 20/8/2009, 14:58




Ottava Lezione



Altimetra



La pendenza

La pendenza è il rapporto tra il dislivello e la distanza tra due punti.

p=h/d e anche detta pendenza assoluta.

p%=(h/d)x100 o pendenza percentuale.

La pendenza percentuale esprime la variazione di quota, per ogni 100m di distanza planimetrica.
Ad esempio lungo un percorso con pendenza del 100%, si sale di 100m per ogni 100m di spostamento orizzontale. L'inclinazione di tale percorso è quindi di 45°.
La pendenza può essere misurata tramite uno speciale strumento detto clinometro, di cui sono dotate alcune bussole.
E' anche possibile così conoscere la distanza reale tra due punti tramite il teorema di pitagora.

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L'altimetro

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L'altimetro è un barometro aneroide. E' tarato in modo che la diminuzione di pressione atmosferica, agendo su una lamiera sottile, fa spostare l'ago indicatore sulla correlativa quota altimetrica. Più saliamo e più diminuisce la pressione: l'ago si sposterà su misure più alte.
Un barometro è sensibile agli sbalzi di pressione. Quando il tempo peggiora può esserci un abbassamento di pressione che falsa l'indicazione dell'altimetro (in questo caso segnerà una quota maggiore del normale). Ogni volta che raggiungiamo un punto quotato tariamo lo strumento. In caso di scarsa visibilità l'altimetro è uno strumento indispensabile.


Il profilo altimetrico

Si riporta su una scala gaduata il profilo longitudinale del percorso che vogliamo seguire, naturalmente andrà rettificato dividendolo in vari tratti quasi rettilinei, nei punti salienti o negli incroci con le curve di livello segneremo le relative quote che andranno riportate sull'asse verticale. Congiungendo i vari punti avremo il profilo reale del nostro percorso e perciò anche la distanza reale. Questo se useremo la stessa scala per entrambe le misure di distanza e quota.

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Fiume_silente
view post Posted on 27/4/2015, 21:50




Nona Lezione




Il sistema di riferimento cartografico - le coordinate



Indicare la posizione di un punto nello spazio, significa individuare i rapporti che il punto ha con elementi reali o convenzionali dello spazio stesso.
I sistemi di riferimento che si usano in orientamento, possono essere classificati in: coordinate cartesiane e coordinate polari.

Coordinate Cartesiane

Il sistema di riferimento è costituito da due assi orientati e perpendicolari tra loro. La posizione è indicata da due numeri, il primo detto ascissa esprime la distanza del punto dall'asse verticale, questo coordinata viene anche detta x. Il secondo valore detto ordinata invece esprime la distanza dall'asse orizzontale, e viene anche detta coordinata y.
Conoscendo entrambi questi valori, si è in possesso dell'esatta posizione del punto. Questo coincide con l'intersezione delle due rette.


Il punto indicato ha le seguenti coordinate: x,y: (2,3)



Coordiante polari

Il sistema polare viene rappresentato da due valori come nel caso precedente, ma in questo caso abbiamo un angolo ed una distanza.
L'angolo detto anomalia è formato dall'asse polare o asse di riferimento, che vedremo varia in base al nord considerato, e dalla direzione O-P, ossia l'asse formato dalla posizione dell'osservatore O e dal punto P.

L'angolo nei nostri esercizi prende il nome di azimut e viene misurato con la bussola o con il goniometro sulla carta, mentre la distanza OP viene misurata sulla carta con una riga millimetrata o con il sistema dei doppi passi sul terreno.

 
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8 replies since 8/7/2009, 14:32   9766 views
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