SACRO ROMANO IMPERO, dal web

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Fiume_silente
view post Posted on 8/7/2009, 13:49




Entreremo nella storia raccontata dall'uomo, audace e tiranno, saggio e poco evoluto. Grandi filosofi hanno percorso l'epoca dei gladiatori e uomini di coraggio al fianco di veri eroi hanno fatto si che Roma passasse alla storia del loro futuro, oggi passato del nostro presente.
Oggi a testimonire la grande potenza romana, presenze insostituibili ergono maestori in tutto il mondo: le mura costruite dai romani, le quali non hanno nulla dainvidiare alle strutture moderne. Salde e longeve dimostrano ancora una volta il simbolo indelebile del sacro impero. Cercheremo di dare il nostro meglio alla ricerca documentata di cotanta storia nostra e perdonerete se, frenati da ovvi ostacoli didattici, non daremo completi documentari scritto-virtuali, anche per logica di tempo. Faremo comunque di tutto per esaudire conoscenze altrui e risettare l'andamento del forum stesso. Buona lettura.

SACRO ROMANO IMPERO


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Entità politica e territoriale dell’Europa occidentale (prima impero carolingio), fondata da Carlo Magno nell’anno 800 e dissoltasi nel 1806 sotto il regno di Francesco II d’Asburgo.
Continuatore dell’eredità culturale e politico-istituzionale dell’impero romano d’Occidente, del quale prese il nome nell’XI secolo, il Sacro romano impero riassunse nella sua definizione, istituzionalizzata a partire dal XII secolo, la propria missione universale religiosa e politica. Sebbene i suoi confini abbiano subito grandi trasformazioni nel corso della sua storia millenaria, cuore dell’impero fu sempre la regione tedesca: a partire dal X secolo furono sempre i re di Germania, nominati dai grandi elettori tedeschi, a essere incoronati imperatori dai papi di Roma.
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CARLO MAGNO

Carlo, figlio del Re dei Franchi Pipino il Breve e che sarebbe stato chiamato Magno, nasce il 2 aprile 742 o 747.

Nel 768, alla morte del padre, il regno dei Franchi venne diviso fra Carlo ed il fratello minore Carlomanno, designato dal padre Primo Erede.

Il vicino Re Longobardo Desiderio, intendendo avere come alleati i Franchi, aveva dato in sposa le sue due figlie ai due fratelli prima che Pipino morisse.

Il monaco Eginardo, contemporaneo e biografo di Carlo Magno, lo descrive così: "Fu largo e robusto di corporatura, di statura alta, che tuttavia non eccedeva dal giusto (risulta infatti che la sua altezza misurasse sette volte il suo piede). Aveva il sommo del capo rotondo, occhi molto grandi e vivaci, il naso un po' più lungo della media, con una bella chioma bianca e un volto piacevole e gioviale [...]. Si teneva assiduamente in esercizio cavalcando e cacciando [...]. Gli piacevano anche i bagni di vapore delle acque termali, e teneva in esercizio il fisico con frequenti nuotate".
La prematura morte del fratello Carlomanno, che allora aveva solo 22 anni nel 771, avvenuta, sembra, per avvelenamento, da alcuni viene imputata al fratello Carlo.

Il fatto potrebbe essere vero ed in linea con i crudeli costumi del tempo.

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Carlo Magno era desideroso di ampliare il suo piccolo regno che comprendeva solo la parte Nord Occidentale della Francia.

Alla morte di suo fratello, Carlo, che si era già conquistato il titolo di "Magno" (grande), ereditò tutti i suoi territori e cominciò la conquista dei territori che confinavano con il suo regno.
Il dominio di Carlo Magno durò per ben 46 anni, dal 768 alla sua morte nel 814 .

Carlo Magno estende il suo regno, raddoppiando quello del padre e, guidando personalmente il suo esercito, riuscendo a sottomettere quasi tutta l'Europa occidentale.

Gli alleati Longobardi, che occupano le terre italiane, sono in guerra con il Papato per alcuni territori contesi e Carlo Magno decide di approfittare della loro debolezza per rompere l'alleanza.

Carlo ripudia la moglie longobarda accampando il fatto che Ermengarda, pallida e malaticcia, non era adatta a generare figli (ragione più che valida per il gesto).

Il ripudio di Ermengarda fa arrabbiare il padre Desiderio, re dei Longobardi, che marcia contro le terre dei Franchi.

Carlo Magno respinge i Longobardi inseguendoli sul loro territorio, battendoli nella Battaglia delle Chiuse di Susa nel 773, espugnando Pavia fino a che, nel 774, conquistato tutto il regno dei Longobardi, indossa la Corona Ferrea.
Le terre, a quei tempi, erano scarsamente abitate.

Le tasse ed i balzelli che gli amministratori di Carlo Magno imponevano sulla popolazione non bastavano per pagare i soldati e gli stessi amministratori.

Il grande regno dei Franchi, pur allargato anche all'Italia, aveva perciò bisogno di continue guerre d'espansione con i cui bottini Carlo Magno poteva pagare i soldati e l'apparato statale.

Dopo le conquiste dei territori italiani, Carlo Magno prosegue, con sanguinose guerre, nella conquista della Marca di Spagna, della Sassonia e della Baviera.
Carlo Magno conosce anche la sconfitta, quando, durante una scorreria per conquistare Saragozza, in Spagna, cade in un'imboscata sulla via del ritorno.

Carlo Magno ha mal valutato le intenzioni della popolazione cristiana che viveva in Spagna in sudditanza degli Arabi.

Questi non dimostrano alcun interesse ad essere liberati, non aiutano le truppe Franche, ma proprio i Baschi li aspettano nella stretta gola di Roncisvalle ed attaccano la retroguardia, appesantita dai carri carichi di bottino, massacrandola.

In questa battaglia muore anche Rolando, il nipote prediletto di Carlo, dando vita alla famosa leggenda sulla battaglia di Roncisvalle, cavallo di battaglia dei cantastorie di allora e dei poeti e letterati dei secoli seguenti.
Papa Leone III, che vede nel Re dei Franchi il difensore ideale della Chiesa e della religione cattolica, nel Natale dell'800 incorona Carlo Magno Imperatore del Sacro Romano Impero.

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Carlo Magno si considera il continuatore ideale dell'Antico Impero Romano e organizza il suo impero dividendolo in vari territori, chiamati Contea e Marca.

Ogni contea comprende una città e la campagna intorno. A capo della contea Carlo Magno pone un suo fedelissimo che prende il titolo di Conte, amministra la giustizia, riscuote le tasse e comanda le truppe.
Le Marche, sono territori in zone di confine, con funzioni militari in grado di fronteggiare un attacco nemico con a capo un Marchese, scelto fra i migliori generali.

Però, non fidandosi ciecamente di questi Conti e Marchesi, Carlo Magno organizza i “missi dominici “, funzionari particolarmente fedeli, incaricati di sorvegliarli, viaggiando continuamente e riferendo poi a lui in persona.

Carlo Magno porta la capitale ad Aquisgrana (oggi Aachen), città della Renania settentrionale, dove aveva fatto costruire il suo Palazzo Reale e dove vive insieme ai suoi compagni, chiamati Paladini, che erano la sua vera forza.

L'unico lusso del "cosiddetto" Palazzo Reale, sono le terme, dove ogni giorno Carlo Magno si immerge insieme ai figli, agli amici, ai collaboratori, amministrando il suo regno e discutendo di politica immerso con loro nell’acqua calda.
Carlo Magno, che non fu mai un uomo colto, capì l'importanza della cultura e promosse lo studio dei testi classici, raccogliendo nella “Schola palatina” alcune delle maggiori menti del tempo, come Paolo Diacono ed il teologo Rabano Mauro per istruire i figli dei Conti e dei Marchesi che erano destinati a succedere ai padri.

Lui personalmente si accontenta di parlare un semplice dialetto tedesco, però impara a leggere il latino, ma non impara a scrivere e come firma usa un particolare monogramma.

Dopo aver provveduto a garantire la successione, incoronando imperatore il figlio terzogenito Ludovico il Pio, (già unto Re d’Aquitania a Roma all’età di due anni da Papa Adriano e incoronato a Reims da Papa Stefano IV), si ritira ad Aquisgrana dedicandosi allo studio ed alla preghiera sino alla morte avvenuta il 28 gennaio 814.
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La sovranità bizantina

Il Sacro romano impero rappresentò un tentativo di ricostituire l’impero romano d’Occidente, la cui struttura giuridica e politica si era deteriorata nel corso del V e VI secolo, favorendo il sorgere di numerosi potentati locali indipendenti. La carica imperiale restò vacante dopo la deposizione di Romolo Augustolo nel 476. L’impero bizantino mantenne la sovranità nominale sui territori appartenuti all’impero d’Occidente e molte delle popolazioni germaniche che vi si erano stanziate riconobbero formalmente l’autorità del sovrano di Costantinopoli. In seguito al formarsi di regni germanici cristianizzati indipendenti, durante il VI e il VII secolo, gli imperatori bizantini persero tuttavia ogni autorità effettiva in Occidente. Crebbe, al contrario, l’influenza spirituale della Chiesa d’Occidente, in particolare durante il pontificato di Gregorio I (590-604).

La supremazia franca

Il papato cominciò a opporsi alle interferenze dell’imperatore di Costantinopoli nelle questioni dottrinali e politiche della Chiesa di Roma. Il conflitto si acuì sotto il regno dell’imperatore bizantino Leone III Isaurico (717-741), che proibì l’uso delle immagini sacre nelle cerimonie religiose (vedi Iconoclastia), causando la rottura con il papato (730-732).

Sciolti i legami con la corte imperiale, il papato cominciò a nutrire l’ambizione di riportare in vita anche formalmente l’impero d’Occidente e di assumerne la guida. Priva però di una forza militare e di strutture politico-amministrative proprie, la gerarchia ecclesiastica conferì lo status imperiale alla potenza emergente in Europa occidentale, il regno dei franchi, già dimostratosi fedele alla Chiesa. Carlo Magno, salito sul trono franco nel 768, aveva dimostrato di poter ambire alla carica imperiale liberando il pontefice dalla minaccia longobarda, dopo aver conquistato i domini dei longobardi nell’Italia settentrionale (773).

L’impero d’Occidente

Il 25 dicembre dell’800 papa Leone III incoronò imperatore Carlo Magno a Roma. Questo atto stabilì un importante precedente, conferendo al papa il diritto, esercitato più o meno autorevolmente nei settecento anni successivi, di scegliere, incoronare e perfino deporre gli imperatori. Nella sua prima forma di entità politica unitaria, il risorto impero d’Occidente sopravvisse meno di venticinque anni alla morte di Carlo Magno (814); il regno del figlio e successore Ludovico I il Pio fu funestato dalla lotta fratricida tra i possibili eredi e nell’843, con il trattato di Verdun, si arrivò alla spartizione dell’impero.

In ogni caso, almeno formalmente, organizzazione e titolo imperiali ebbero continuità per buona parte del IX secolo sotto la dinastia carolingia. Dopo il regno di Berengario I del Friuli (915-924), re d’Italia, incoronato imperatore da papa Giovanni X, il trono imperiale rimase vacante per quasi quarant’anni. In questo periodo il regno franco orientale (detto anche Germania), sotto la capace guida di Enrico I l’Uccellatore e del figlio Ottone I, si impose come il più potente d’Europa. Ottone fu un convinto alleato della Chiesa cattolica, come testimonia la guerra combattuta in favore di papa Giovanni XII contro Berengario II, re d’Italia. Nel 962 il pontefice compensò Ottone dei servigi resigli, conferendogli corona e titolo imperiali.

Un’unione di stati tedeschi

La lotta tra papi e imperatori

L’impero d’Occidente, prima come unione instabile tra i regni di Germania e d’Italia, e successivamente costituito solo da regni tedeschi, esistette da allora ininterrottamente per oltre ottocento anni. Durante la fase italo-tedesca, l’impero svolse un ruolo importante nelle vicende politico-religiose del continente europeo. Tratto peculiare di questo periodo fu l’aspra contesa tra papi (in particolare Gregorio VII) e imperatori (nella persona di Enrico IV) nella lotta per le investiture, cui pose fine il concordato di Worms (1122), stipulato dall’imperatore Enrico V e da papa Callisto II, con il quale il primo rinunciava al diritto di investitura dei vescovi.

Sebbene tutti gli imperatori fossero anche re tedeschi, i doveri e le ambizioni imperiali li portarono a trascurare gli interessi di natura locale; di conseguenza in Germania, dove avrebbe potuto sorgere uno stato forte e centralizzato di tipo moderno, come avvenne in Francia, Inghilterra e Spagna, si rafforzò l’autorità feudale, espressa in una miriade di piccoli regni. Sebbene a Worms una delle cause di tensione tra papato e impero fosse stata rimossa, nel corso del XII secolo si inasprì tra i due poteri la lotta per il predominio.

Nel 1157 Federico I Barbarossa designò come “sacro” l’impero da lui guidato, intendendo così accentuare il mandato religioso di cui si sentiva investito. Questo compromise le relazioni con il papato: il suo grande antagonista, papa Adriano IV, infatti, sosteneva che l’impero retto da Federico fosse un feudo di proprietà del papato, e contestava l’affermazione dell’imperatore (appoggiato dai vescovi tedeschi, molti dei quali erano suoi feudatari diretti) di aver ricevuto il titolo imperiale direttamente da Dio.

L’indebolimento dell’autorità imperiale

Volendo ricostituire e perpetuare l’autorità dell’antico impero romano, Federico cercò di aver ragione tanto dell’insofferenza della nobiltà tedesca verso una superiore autorità politica, quanto dell’autonomia di governo dei Comuni italiani. I suoi interventi armati in Italia si scontrarono con la resistenza opposta dalla Lega lombarda, la cui vittoria sull’imperatore a Legnano (1176) garantì l’autonomia dei Comuni, indebolendo nella penisola italiana l’autorità imperiale, restaurata parzialmente dal figlio di Federico, Enrico VI, che riuscì a imporre con le armi i propri diritti dinastici in Sicilia (1195).

Il ridimensionamento del ruolo e del potere dell’imperatore nelle vicende europee si accentuò durante il cosiddetto “Grande interregno“ (1254-1273). Le rivalità intorno alla successione del figlio di Enrico VI, Federico II, dopo il 1250 ebbero tra i protagonisti Corrado IV e Guglielmo d’Olanda. L’indebolimento dell’autorità imperiale favorì il papato, che dagli scontri tra i pretendenti al trono acquisì nuova forza.

A partire dal 1273, con Rodolfo I, capostipite della dinastia degli Asburgo, i re tedeschi avanzarono pretese dirette al titolo imperiale, peraltro in più occasioni accolte dai papi. La carica tuttavia si era ridotta a essere poco più che onoraria, poiché istituzionalmente l’impero era andato strutturandosi come una confederazione di stati sovrani, poco coesa al proprio interno e con un’autorità imperiale soltanto nominale.

La germanizzazione dell’impero

Con Ludovico IV, che assunse il titolo nel 1314, sembrò aprirsi un periodo di rinnovato prestigio dell’istituto imperiale, ma nel 1356 la promulgazione da parte di Carlo IV della Bolla d’Oro, tesa a regolarizzare la procedura per l’elezione dell’imperatore, accrebbe l’importanza dei principi elettori (a scapito del ruolo svolto dal pontefice). Di fatto, nei centocinquant’anni successivi, sempre più “tedesca” e sempre meno “universale”, la figura dell’imperatore apparve dipendere sempre più dalle fortune della casa d’Asburgo.

Durante il regno di Carlo V l’estensione dell’impero fu paragonabile solo a quella conosciuta sotto Carlo Magno, ma gli elementi di coesione della struttura imperiale erano ormai di natura dinastica e non più religiosa. L’idea tipicamente medievale di uno stato che esercitasse al tempo stesso l’autorità temporale e spirituale sopravvisse soltanto nella teoria, ma si era svuotata di senso con il diffondersi della Riforma protestante. L’unità dell’impero risultò indebolita quando nel 1555 la pace religiosa voluta dagli Asburgo permise a tutte le città libere e a tutti gli stati della Germania di scegliere se adottare il luteranesimo o il cattolicesimo.

Con la pace di Vestfalia (1648), che pose fine alla guerra dei Trent’anni, l’impero perse ogni autorità effettiva sugli stati membri e si ridusse a essere strumento delle mire egemoniche asburgiche. Furono avvertite infatti come espansionismo asburgico, non come rinascita imperiale, le acquisizioni dei territori italiani nel secolo successivo.

Quando invece, con la pace di Presburgo (1805), la Francia napoleonica favorì e garantì il distacco
di Baviera, Baden-Württemberg e di altri principati minori, il destino del Sacro romano impero parve segnato: a causa dei fondati timori in merito a possibili pretese di Napoleone Bonaparte al titolo imperiale, Francesco II d’Asburgo-Lorena lo sciolse ufficialmente il 6 agosto 1806 per costituire l’impero d’Austria.

fonte: encarta, windoweb
 
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view post Posted on 20/7/2009, 10:38
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“E' meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità.” Confucio

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Nell'Unione europea c'e' anche il riconoscimento Carlo Magno che viene assegnato a coloro che si sono distinti durante i processi dell'integrazione,e non solo, europea. Cio' testimonia quanto Carlo abbia contribuito al sogno europeo!
 
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nikita13
view post Posted on 20/7/2009, 12:06




grande statista e grande stratega ,,,ancor di più,se si pensa che ancora oggi nelle accademie militari di tutto il mondo, lo danno come studio fondamentale,insieme a Giulio cesare
 
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view post Posted on 23/7/2009, 08:41
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Oltre ad essere un grande stratega e' stato un grande "statista", se cosi' lo possiamo chiamare, con una visione europea e considerato uno dei veri padri dell'Europa, infatti l'Europa non inizia con Schumann e l'Euratom ma molto prima.
 
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